29 novembre 2008

La Comunicazione Nonviolenta comincia a scuola

La violenza è forse un tratto distintivo della nostra natura? Una maledizione a cui è condannata la nostra esistenza sulla terra? Alcuni miti ci rappresentano come egoisti e violenti per natura. Per la Comunicazione Nonviolenta (CNV), invece, la violenza che vediamo nel mondo e che sperimentiamo nel quotidiano, dipende soprattutto da un problema di educazione e di comunicazione.

Che cosa è vivo in me? Cosa è vivo in te? Per la CNV queste sono due domande fondamentali, che nella loro semplicità, ci aiutano a sperimentare un altro modo di relazionarci, basato sul rispetto e l'empatia. Un linguaggio naturale che consiste nell'esprimere, semplicemente e onestamente quello che è vivo in noi, senza etichettare o insultare gli altri. Purtroppo si tratta di un linguaggio che abbiamo disimparato e il compito della scuola in questo senso può essere decisivo.

I bambini e i ragazzi in età scolare consolidano una attitudine che li allontana dai loro bisogni e dai loro sentimenti, da ciò che di più prezioso e vivo abbiamo come esseri umani ed imparano un linguaggio che, per abitudine, aliena dalla vita.

Nella mia esperienza di lavoro nelle scuole ho potuto osservare che già all’età di 7-8 anni i bambini sono spesso scollegati da ciò che provano. Altre volte, invece, ne sono in contatto, ma si vergognano ad esprimere questa ricchezza, per il timore di essere giudicati negativamente se mostrano i propri sentimenti e bisogni.

Essere collegati ai propri sentimenti e ai propri bisogni ci aiuta anche a percepire quello che è vivo negli altri, anche quando è espresso in un modo difficile da ricevere, attraverso parole che potrebbero apparirci come critiche, giudizi moralistici o pretese. È così che possiamo riscoprire la nostra vera natura di esseri umani e assaporare il piacere naturale del contribuire al benessere reciproco.


Il cambiamento che la CNV promuove a partire dall'educazione, non si limita ad un insieme di nozioni, né ad una modifica nei programmi scolastici, ma è molto più profondo. Ci guida nel ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi ed ascoltiamo gli altri, offrendo maggiore considerazione ad ogni essere umano, a cominciare dai bambini. Attraverso questo tipo di relazioni possiamo permettere ai più giovani di fare esperienza e consolidare competenze per costruire le basi per una società futura più giusta e meno violenta.