I bambini all’epoca avevano cinque, sei e nove anni. Avevo
stabilito io un orario in cui tutti dovevano andare a letto. Era una lotta
continua, perché loro, tutte le sere,
non volevano andarci all'ora stabilita.
Interiormente
mi dicevo:
"Marshall,
ma perché insisti così tanto che a una certa ora vadano al letto? Lo fai perché
ti preoccupi per la loro salute? È questa la vera ragione?".
Lentamente
ho finito per confessarmi che non mi
preoccupava tanto la loro salute fisica quanto piuttosto… la mia salute
psichica.
Avevo semplicemente bisogno di tranquillità alla fine della
giornata, ma non lo avevo mai espresso.
Finora avevo
sempre detto ai miei figli:
«Andate a dormire; so io ciò quello che va bene per voi!».
Sulla base
di questa constatazione, ho ripreso la discussione con loro e ho detto:
«Ho voglia di riparlare dell'ora dell'andare a letto. Penso
di non essere stato mai molto chiaro, finora, sulle ragioni che mi spingevano a
chiedervi di rispettare l'orario che avevo stabilito. Conoscete quella
sensazione di volere del tempo per voi, di desiderare un po’ di calma…. di non
voler aver nessuno intorno?...».
Non ho avuto
bisogno di dare tante spiegazioni; hanno capito subito.
«Alla fine della giornata vorrei avere un po’ di tempo per
me, perciò vorrei che andaste a letto alle otto».
Era molto
chiaro anche questo. Rick il mio più grande ha replicato:
«Ma papà,
tante volte a quell’ora non siamo ancora stanchi e non è divertente andare a
letto quando non si ha sonno!».
«Sì, lo
posso capire benissimo».
Infine mia
figlia Marla, sei anni, ha avuto un’idea
che ho trovato meravigliosa:
«Che cosa
dici, se noi alle otto andiamo in camera, poi andiamo a letto quando vogliamo?
Tu avrai la tranquillità e il tempo per te…».
Per me
andava benissimo e abbiamo deciso di fare così. Alle otto, senza che io glielo
dovessi ricordare, loro andavano in camera perché avevano capito il mio bisogno
e io non dovevo più gridare.
Eravamo d’accordo che, finché non avessi udito, visto o
sentito niente, potevano decidere loro quando mettersi sotto le coperte ed
addormentarsi.
La prima
sera ho sentito a lungo rumori dalla camera del più piccolo. La mattina dopo
era particolarmente noioso e ho dovuto trattenermi dal non commentare:
«Ecco, te
l’avevo detto, il tuo corpo ha bisogno di dormire di più!».
Ma gliel’ha fatto sentire
il suo corpo e, dopo alcune notti quasi in bianco, Brad è andato da solo
a letto molto prima. Ancora oggi Brad ha questo bisogno di riposo ed è uno che
va a letto presto. Da quel giorno, a casa mia, il problema dell’andare a
dormire è stato risolto. I bambini hanno prestato attenzione da soli a
rispettare le loro ore di sonno e io, la sera, avevo la pace.
Tratto da “Preferisci avere ragione o essere felice?”
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