Mi sono inventato un altro esercizio che richiede un po’ di fantasia… :
Cercate di
ricordare un episodio in cui vostro figlio o un altro bambino a cui siete legati,
ha fatto qualcosa che non vi è piaciuto.
In seguito
provate ad immaginare una persona famosa di cui avete la massima stima e per la
quale nutrite il massimo rispetto. Il caso vuole che proprio quella persona sia
venuta a trovarvi a casa vostra e, per un inspiegabile motivo, fa la stessa
cosa del vostro bambino. Cosa direste
quindi a quella persona che tanto ammirate?…
Riuscite ad immaginare ciò che succederà la prossima volta
in cui vi arrabbierete per qualcosa che ha fatto il vostro bambino e lo
guarderete come la persona famosa, che rispettate di più al mondo?
Quando ho voluto sperimentare l’esercizio, mi sono
immaginato di invitare Gandhi a casa mia. Immaginate se vostro figlio fosse
Gandhi! … Purtroppo Gandhi non era molto adatto all’episodio che mi sono
trovato a gestire a casa mia. Mio figlio più piccolo si era lavato i capelli nel
lavandino, lasciandolo sporco di capelli; ce n’erano dappertutto! Anche se
mi ci è voluta parecchia immaginazione
per vedere Gandhi, calvo, in questa situazione… l’esercizio mi è stato molto
utile!
Ho capito
come, nella nostra cultura, siamo pronti a disumanizzare una persona
relegandola nella categoria ‘bambino’. Nello stesso cassetto mentale ci sono
innumerevoli pensieri che ci impediscono di essere genitori attenti e aperti.
Uno di questi pensieri è la diffusa convinzione che i
genitori siano responsabili del comportamento dei figli. Significa che i
genitori devono fare in modo che il figlio si comporti ‘a modo’. Questa è
un’attitudine non soltanto distruttiva,
ma fallimentare… perché semplicemente impossibile: nessuno è in grado di
controllare il comportamento di un’altra persona. Possiamo però intervenire sul contesto.
“Un bambino per lei è
quindi un essere umano immerso in un mondo che gli è sconosciuto. In questo
caso gli adulti hanno un’immensa responsabilità nel mostrargli come funziona la
vita…!”.
Sì. Siamo
responsabili di mostrarglielo con il nostro comportamento; tuttavia non siamo
responsabili dei gesti di nostro figlio. Possiamo chiederci: “Vivo veramente quei
valori che vorrei trasmettere a mio figlio?”.
Ecco qualcosa che possiamo decidere noi stessi. Ma non abbiamo nessun controllo sul modo in
cui il bambino decide di comportarsi.
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